SCRIPT
Il destino inconsapevole

Script individuali

Lo SCRIPT individuale viene assunto dal bambino nei primi 5 anni di vita. Il bambino da 0 a 5 anni registra tutto. Il bambino considera il genitore, da cui dipende, onnipotente; da lui impara le norme, le proibizioni, i divieti, le carezze, impara l'amore. L'uomo nasce libero, ma una delle prime cose che impara, è fare quanto gli viene insegnato e passa il resto della vita facendolo. Quello che si è imparato, di regola non viene più abbandonato. "Sii fedele a te stesso!", è la massima che ci accompagna tutta la vita. Così si finisce per soffrire meglio, si sceglie quello conosciuto e accettato. Continuando sulla stessa strada e applicandoci, raggiungiamo i risultati che vediamo. Non è un caso che certe persone incontrino sempre lo stesso tipo di persone: ognuno ha bisogno del suo complemento.
Per la recita del copione occorre la compagnia. Un bambino cercherà la mamma, come la mamma un bambino; un sadico troverà un masochista e un dominatore un dominato. Il problema sta nella nostra mente, nel pregiudizio. Questo rende vero l'aforisma che dice:" Non esistono problemi, ma solo indecisioni". Il ritenere un fatto esterno a noi causa di problemi è moltissime volte, la fonte stessa del problema. L'educazione dovrebbe essere di aiuto a fare maturare le proprie capacità inclinazioni con il rispetto delle norme di convivenza , invece spesso si rivela un forte strumento per diffondere lo SCRIPT.
Già gli antichi conoscevano la forza del condizionamento con l'educazione e Plutarco così scriveva:
*** Licurgo, il legislatore degli Spartani, prese due cuccioli nati dagli stessi genitori e li allevò in modo completamente diverso, facendo diventare l'uno ingordo ed inetto, l'altro abile nel fiutare le tracce nel cacciare. Poi un giorno che gli Spartani erano riuniti in assemblea: "Grande importanza - disse- per generare la virtù, rivestono le abitudini, i principi educativi, gli insegnamenti e gli orientamenti di vita, e ve lo dimostrerò subito con assoluta chiarezza". Fatti venire i cuccioli, pose loro davanti una ciotola piena di cibo e una lepre, e li lasciò liberi: subito il primo si avventò sulla lepre, l'altro invece si avventò sulla ciotola. Gli Spartani non riuscivano ancora a capire dove volesse arrivare e a che scopo esibisse quei cuccioli: "Questi due - proseguì Licurgo - sono nati dagli stessi genitori, ma sono stati allevati in modo diverso: così uno è diventato ingordo, l'altro invece adatto alla caccia". E sulle abitudini e i modelli di vita bastino queste considerazioni".***
L'educazione è per Berne una programmazione parentale; essa fornisce il copione di vita con un percorso, si può dire, obbligato: attraverso la forza del passato.
Con lo SCRIPT quale "forza del passato", si ha un destino ineluttabile, così mentre il nuovo non è disegnato, il vecchio non è buono. Le decisioni che prende il bambino sono correlate a diverse interpretazioni dei messaggi genitoriali. Questi messaggi sono di diverso tipo, i principali sono di permesso e di negazione. Di regola quello che non è permesso è interpretato dal bambino come negazione. Fondamentalmente i messaggi sono inviati in tre modi:
1) MODELLO: "guarda come è bravo quello".
2) SUGGERIMENTO: "Se facessi così sarebbe meglio".
3) ATTRIBUTO: "Fai e sei come lo zio Enzo".
Questi messaggi aiutano a formare i copioni di vita. Potenti sono i comandi e le ingiunzioni, che pur non avendo risposte automatiche, influenzano le decisioni future. Esempio di ingiunzione: "Sii forte"- decisione presa: sto da solo. "Sii diverso"- decisione: non mi accettano. "Sii perfetto"- decisione: non valgo niente.
Formidabile esempio di comando è la scelta del nome da dare al figlio. Questo si può ritenere il primo e più diretto "comando" dei genitori al figlio.. E' chiaro che nella scelta del nome vi è implicito il destino che i genitori vogliono dare al figlio.
Se analizziamo il nostro nome, scopriremmo molte cose e sapremmo come è vero, certe volte, il detto popolare che dice che nel nostro nome c'è scritto il destino. Il nome è sempre frutto di scelte pensate dai genitori con un aspetto anche augurante. Esso è dettato da innumerevoli fattori e si richiama a diverse categorie che si possono raggruppare in:
TRADIZIONI FAMIGLIARI - che richiamano persone della storia famigliare, esempio: il nome del nonno, dello zio, ecc. Vogliono tramandare la continuità della famiglia.
TRADIZIONI RELIGIOSE- nomi scelti con la credenza mistica per avere protezione e augurio. Il nome dei santi, dei patroni, della tradizione paesana.
TRADIZIONE POLITICA- nomi di leader politici legati all'ideologia, sottintendono far proseguire al figlio una immaginaria rivoluzione o aspirazione politica. E' come tramandare un'illusione.
Vi è poi l'attualità o la moda che porta a far chiamare i figli come il divo o l'artista del momento, un auspicio di successo si direbbe, salvo poi scoprire che raramente il successo porta lo stesso nome. A questo proposito abbiamo le Rosselle, i Valentino, le Raffaelle, ecc. Comunque il nome rimane il primo segno di riconoscimento sociale. Ancora prima del volto, dell'aspetto fisico, impariamo ad essere un suono.
A questo suono ci si affeziona, a volte si detesta, si cambia, si modifica con altri, ma tutti hanno una loro intrinseca forza di condizionamento: questo suono, si ha la consapevolezza, parla di noi. Nella famiglia si imparano e si caratterizzano le relazioni; si impara la lingua, le parole e il suo uso, così come i sentimenti: si impara la vita. La famiglia è così l'asse portante della società e rappresenta con il legame parentale, le radici. All'interno della famiglia le stesse nevrosi trovano un equilibrio e ognuno trae i propri vantaggi, quelli che Freud chiamava "utili di malattia".
In questo ambito si rafforza lo SCRIPT individuale. Con il progresso tecnico e sociale, la famiglia - descrive Bettelheim - perde il suo ruolo di unica dispensatrice di beni materiali, ma rimane , anzi rafforza il ruolo di supporto psicologico. Nessuna specie animale ha una così prolungata dipendenza famigliare dei figli. Nell'uomo l'infanzia dura a lungo; trovare il sostegno psicologico ed emotivo nella famiglia, allontana il naturale distacco. Nascono in questo quadro di convivenza, problemi di ordine psicologico, per cui il proprio malessere è dovuto alla "colpa di altri". La differenza, per Bettelheim, è la famiglia dove non c'è "colpa dell'altro", ma c'è il sostegno e la solidarietà nel dolore. E' la famiglia felice.

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