SCRIPT
Il destino inconsapevoleTestimonianza di liberazione
Racconto in un gruppo di analisi: Gina: cronaca di una liberazione
"La storia con mia madre l'ho dovuta rivedere alla luce dei fatti nuovi emersi in questi ultimi mesi: la separazione da mio marito.
Ecco che mia madre, rimasta vedova giovane, mi ha subito detto e ora come farai? Te ne pentirai. Devi avere pazienza, è sempre stato così. Cosa vuoi combinare?.. Pianti e strepitii. Mia madre e mio padre si sono subito riuniti con mio marito per arginare questo "scandalo". Ecco presentarsi il "sociale", il parentale, il mondo che giudica e cerca di tenere tutto come è.
Per "sociale" intendo il mondo esterno, io vivo questo. Il matrimonio è inteso come indissolubile, la solidarietà la sento qui, nel gruppo o paradossalmente con mio marito. Mi viene rimproverato di essere uno "scandalo".
Mio marito mi ha detto che sono una "bomba", in parte è vero: dove arrivo rompo. In effetti mi sento così. Ma non mi sento distruttiva. . . Ora, qui sento che lo sono stata in quanto mettevo in dubbio tutto, per poi ritornare pari, pari come prima; ricominciavo, ritornavo uguale.
Buttavo giù i birilli e poi li ritiravo su come prima. Non provavo a fare un altro gioco. In questi giorni vivo in casa mia, una cosa grossa, enorme. Segnali, nella mia storia con Alberto; sono 4 anni che ne lancio. Non è una cosa improvvisa. E' che per mia madre o è Primavera, allora prenditi un pò di ferro oppure è estate allora vai in ferie, poi passa tutto... Invece, cosa faccio? Le stagioni sono 4 e per ognuna...
Nello scandalo la più ferita è mia madre. Alla fine è lei che di più soffre. Il mio rapporto con Alberto e i miei figli è diverso da quello con mia madre, però lei rivive questa mia rottura come la sua rottura: la vedovanza. Il rimanere sola con tre bambini la sconvolge, la fa soffrire con la paura che non ce la farò. Ciò lo lega allo scandalo, a quello che pensa la gente della mia posizione, del mio matrimonio, e poi in fondo io rappresento lo "scandalo". Per lei io sono sempre stata lo "scandalo" , oggi sono quello. In effetti a l6 anni ho avuto la mia prima interruzione di gravidanza, ho fatto dei casini, lei non lo sapeva, ma per lei io sono stata sempre la "piantagrane", colei che fa scandalo. Io vivo così. Bomba ora mi sento in quanto non ci sto a vivere così, con un rapporto consolidato. Mi sento "vagabonda". Non c'è compiacimento ora, in ciò che faccio; c'è solo la mia vog1ia di non essere più come prima , di non vivere più e soffrire più come ho sofferto fino adesso. Lo scandalo è ora per me fare quello che sento: di essere così come sono. Delle commozioni, lo struggimento di chi mi sta vicino, finalmente mi compiaccio di farmene qualcosa, che anche gli altri se ne facciano qualcosa."
- Interviene l'analista: " C'è qualcosa di grosso nel rapporto con tua. madre dall'atteggiamento che vivi ora, vuoi parlarne?"
"Il legame che viene fuori è palese: rompere con Alberto è rompere con mia madre. lo ho avuto con Alberto un rapporto filiale. Il significato del rompere è il taglio che sto dando con mia madre: il legame originario. Mi dispiace che ci vada di mezzo Alberto ma questo per me è la vita".
- Il gruppo:" Dov'è il rimando di compiacimento del dare scandalo che il gruppo ha? Qualcosa è cambiato? ".
" Io ho fatto diverse cose per richiamare l'attenzione di mia madre. Non a caso sono rimasta incinta, non a caso ho fatto diverse altre cose... Non riesco ora a trovare il filo interrotto per cui quello che faccio ora, non lo faccio per lei. Per dare scandalo. Ora rompo... Affermo di essere non più per fare bene o male per la mamma, cercare di salvarla. Io sono la figlia maggiore e ho sempre vissuto facendomi carico di essere d'aiuto alla mamma. Io dovevo arrangiarmela da sola. Non gravare più di tanto su mia madre. Me la dovevo sbrigare. Ricordo che quando mio padre è morto (suicida) avevo 7 anni e mia madre ha cercato di morire anche lei, gettandosi nel pozzo con mio fratello. Ricordo quando mia madre voleva abbandonare il paese perché additata dagli abitanti...Se c'era chi aveva dato scandalo veramente è stata mia madre. Mia madre vedova si era sposata con il prete del paese e migliore amico di mio padre. Questo scandalo è stato represso. Mio padre attuale e mia madre non se ne sono mai fatto niente. E qui c'è un passaggio che credo manchi: le mie due sorelle, nate con il secondo marito, non sapevano che loro padre era un prete. Fino a tre mesi fa, non lo sapevano... chi è stata a dirle che loro padre era un prete? Io. Io, non per rompere le palle ma perché sono giunta ad un punto che mi sembrava giusto dirlo. Da mia sorella arrivavano segnali di mancanza della storia di suo padre, e così mi è venuto da dirglielo. Lei ha 24 anni e ha reagito male. Figurarsi sentirsi dire che suo padre era un prete, l'ha scombussolata. Con mia madre c'è stata una sorta di omertà, una non comunicazione totale, che era una sorta, di tabù che io volevo sverginare. Io non ci stavo.
Dopo aver detto questo a mia sorella lei non sapeva come fare. Sembrava come un nodo ad un tubo pieno d'acqua. Quest'estate mia mamma sta male: una emorragia dal naso. Trovo chiaro che da qualche parte qualcosa deve uscire. Se non è sangue, da1 naso, sarà un'altra cosa. Alla fine mia mamma mi ha detto ne parliamo una volta per tutte e poi mai più. Si è curata l'emorragia. Io non volevo una cronologia degli eventi, cercavo un qualcosa di più profondo? Cose dure e dolorose. Io gli ho detto che avevo parlato con Manuela, gli avevo detto di papà. Lei mi ha risposto che prima o dopo sapeva che sarebbe successo. Lei una volta ci ha provato ma suo padre non se l'è mai sentita. Ormai l'hai fatto tu. Così ci hai levato questa patata bollente; però non l'ha presa come si deve. Ecco in questo io credo di essere lo scandalo, ma non c'è in questo compiacimento Cerco di dare voce, suono a qualcosa che penso se resta sommerso soffocato, fa malissimo. Orma ai si è data voce, così. Non mi faccio più carico di capire. Mamma ho detto l'altro giorno, di quello che fai e hai fatto della tua vita è un fatto completamente tuo. La mia è un'altra cosa. Non mi buttare addosso lacrime e altre cose. Perché si deve rompere qualcosa di precostituito per vedere quello che veramente conta? Ecco di cosa mi compiaccio, rompere. . .Il resto quello che devo fare, da scout, ecc. lo faccio. Mi sembra che sia come il funerale, adesso si fanno vivi tutti. Anche quegli zii che non vedevo mai si fanno vedere. Devi morire. Se DIO vuole, invece non è morto nessuno. Svegliatevi ! A me non me ne frega più di tanto. Io lo faccio perché è la mia coscienza. Io l'ho fatto non per lo scandalo, ma se si fa scandalo, che sia..."
- Analista: "Questo è grande. C'è il pericolo che tu possa fare scandalo come una volta, ma oggi c'è tutto il tuo legittimo fastidio, tutta la rabbia. Oggi tu sai che è conseguente alla tua vita."
"Alberto mi ha detto che faccio questo per buttarci addosso un sacco di merda. Io glielo lascio per buono; se lui sente questo, d'altronde questo gli è arrivato, in altri periodi. Oggi ho la coscienza che non cela faccio più ad essere quello che gli altri vogliono che sia. Oggi voglio essere una persona al di là di essere la buona madre, la brava moglie. Lui mi ha detto: o torni indietro ad essere quello che eri prima o io... Io non ce la faccio, io non voglio essere più quella di prima."
Oggi ho anche una storia d'amore, ma oggi io non sostituisco niente. Oggi non c'è festa, ma c'è solo il senso delle cose che accadono. Con questo amore potrei vivere una storia, che se credessi nel taglio magico della torta, potrebbe essere chissà... Io resto. Resto con tutta la fatica che c'è nel restare, con quel senso di potercela fare. lo sento che posso farcela. lo voglio un mondo nuovo. Se questa storia servisse a davvero a cambiarci, tra qualche tempo, sarei disposta di andare avanti a anche con Alberto. In modo nuovo."
- Analista: "Il vero scandalo sta non nell'agire qualcosa, ma nell'avere coscienza. La cosa nuova positiva è che fai scandalo per te e non per qualcuno. Tu devi portare il senso di colpa che il "sociale" ti dà. Tu non devi portare il fardello da un punto di vista morale. Il vero scandalo è legittimare quello che fai. Se tu facessi questo per dare scandalo a lei (tua madre) questo non sarebbe uno scandalo ma faresti qualcosa che c'è sempre stato, che scandalo non è. Tu faresti qualcosa per essere uguale a tua madre."
"Si, infatti quello che sconvolge mia mamma è quello che io non senta sensi di colpa. Mia mamma fa tutto per il senso del dovere. Mia mamma ha due diktat fondamentali: il dovere e la colpa. Ed io...E' terribile la fatica che si fa a vivere così. Tutto il suo agire svalorizzato. Il dovere della madre che va dal genero e dice: non farete mica questo?... Io esco da questo circolo vizioso della colpa. La ripetizione, sentirsi in colpa e ricominciare."
- Analista:" Ora capisco il discorso del perdono come qualcosa di viscido cui facevi riferimento l'altra volta. La colpa e il perdono con il ritorno nelle braccia del Padre, della Norma. Ora esci dalla ripetizione con dignità. Se riesci a non fartene una bandiera e ricadere, tu esci da una logica e c'è solo la tua vita. Ecco che allora ritorna il tuo sentire vagabondo, nomade. Questo è il salto. Edipo ancora: tua madre, con tua suocera che ripetono che non cambia nulla. Si ripete tutto perché intanto non cambia nulla. Si ripete tutto perché intanto non cambia mai niente. Invece tanto è cambiato ma non è stato visto. E' la stessa incoscienza di Edipo che accecandosi vede ma non ha avuto la coscienza perché tutto era destinato dagli dei. Tutto passa attraverso il senso simbolico dell'individuo che dice: "Io sono qua e le regole ci sono perché devono essere infrante, io mi rimetto in gioco. Ci deve essere un altro modo". E' questo il pensiero: il sacrificio abortito, dove c'è soltanto la morte e non c'è la resurrezione, è un incesto continuo che alla fine non è compiuto fino in fondo. C'è un sepolcro ma non c'è il Cristo risorto."
"Ricordo che ho sognato il sepolcro e avevo una chiave da comporre. Una grossa chiave come quelle antiche, che dovevo mettere insieme. A proposito io ho sofferto di claustrofobia. Proprio nel camper, che piace tanto ad Alberto, io ho avvertito le prime angosce, la mancanza di spazio. Ora dentro il camper non mi ci vedo più..."ççççççççççççççççççççççç
Questa testimonianza di liberazione, mi è data di assistere ad un gruppo di analisi, dopo circa tre anni di frequenza e la ritengo importantissima. Era la prima volta che ascoltavo, in modo chiaro, direi esemplare, un momento di consapevolezza liberatoria. Era la rottura di uno SCRIPT individuale, trasmesso dalla madre.
Molte volte in analisi, c'è l'accenno di un piccolo passo; si riesce a gettare un pò di luce sulle origini del malessere, altre volte viene fuori la resistenza a rompere, a uscire dagli schemi e dalle abitudini. Questa volta, c'è nell'atto di separazione reale da un marito, una separazione vera da un modo di essere. Tutto questo, non è un fatto magico, ma un lungo percorso di dolore e sofferenza. Questo percorso non termina. Ci sarà ancora dolore e bisogno di affidamento: la testimonianza è importante ma non definitiva.
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