Raccolta Scritti sui Gatti o altri animali

Scritti pubblicati su quotidiani, riviste e webzine varie

La mia gatta Rosy
Guardando Rosy la gatta
Rosy mi fa pensare

Cane e Gatto
La mia gatta compie 20 anni

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LA MIA GATTA ROSY

Voglio parlare della mia gatta, si chiama Rosy ed è tricolore. Rosy mi ha fatto credere quanto i gatti, e gli animali in genere, sappiano provare sentimenti e siano intelligenti.
Vedo spesso Rosy stare immobile per ore a fissare un punto della parete bianca di casa e niente sembra distoglierla; così assorta penso che stia facendo pensieri profondi e forse in quel silenzioso meditare, mi dico se sia anche saggia. Mentre tutto intorno a Rosy si muove, fa rumore, solo dopo un po' volge sonnecchiosa lo sguardo verso di me; in quell'occhiata c'è tutto: c'è l'intesa mista ad uno strano e misterioso sapere di uno scambio unico, irripetibile tra me e il gatto. Siamo due animali che si sopportano, dopo un incontro fortuito e una decisione unilaterale si scambiano un tempo indefinito... Grazie Rosy che mi permetti di accarezzarti, rammentandomi il dono divino di aver sotto la mia mano, in piccolo, la grazia e la ferocia della tigre e del leopardo.
Forse sto esagerando, la mia Rosy, è in verità timida, paurosa e un po' ciccia. Quando c'è qualche visita si nasconde e di fronte alle incursioni di altri gatti in giardino scappa, anzi corre da me per una sorta di aiuto e difesa. Il suo interesse maggiore pare riservarlo al cibo, in particolare al pollo allo spiedo ed al rognone; ma nei momenti che decide lei, Rosy, sa essere affettuosa e insieme al pelo e qualche unghiata ti regala un ron-ron che è una canzone d'amore.

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GUARDANDO ROSY LA GATTA

Guardando la mia gatta, Rosy, sento che ci riveliamo tante cose senza parole; percepisco che nel profondo dei suoi occhi mi vede come un altro gatto: un suo prossimo e lontano parente, un suo maldestro interlocutore.
Guardando la mia gatta per un istante ci specchiamo, ma l'anima naturale che ci è comune ci separa più di tutto; avverto le tante morti necessarie affinché una trasmutazione della stessa anima ha portato a me. La gatta Rosy continua a vedermi come un grosso gatto, altro gatto, impunemente sempre gatto e io, per un misterioso meccanismo, guardando la mia gatta la vedo per un po' umana. Io provo a parlargli, sul momento accenna a rispondermi con un "miaoo", un "maah"; poi impassibile torna in silenzio. Rosy sistema la postura: una accovacciata eretta, attorciglia la coda e zitta ora mi impone il silenzio.
Guardando la mia gatta, la sua innata attenzione per l'estetica e la misura, scambio un cenno di serenità e sento un accordo involontario con la grande anima della natura che ci comprende. Tutto torna quieto. Così alla mia gatta tutto perdono: il vaso rotto, la matassa di peli lasciata in giro, la puzzetta in sala...
Guardando la mia gatta, Rosy, mi dice che sa proprio essere una gatta e quello che cerco al Gran Teatro del Mondo mi si rivela nella Natura che, in ultimo ad ogni domanda, risponde: "Questo sei tu".

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ROSY, LA GATTA, MI FA PENSARE

La mia gatta Rosy mi fa pensare: sempre più pacifica, assomiglia a un asceta, un indù o un buddista. Che saggia a essere fiera e a escludere ogni coinvolgimento! Infatti, Rosy mi insegna a soffocare la partecipazione alle notizie date dalla televisione: ora s'inarca' si lecca i baffi, mi contempla un istante e poi si rigira. Non è come il cane che avverte gli stati d'animo dell'uomo, ne gioisce e ne dispiace: la mia gatta Rosy sa che tutto prima o poi passa e resta indifferente.
La sua vita interiore è fatta di tanti istanti discreti e non si preoccupa più di tanto. Non rimugina e la sua fattezza raggiunge l'equilibrio con l'inespressività: è un allenamento mistico.
Italia-Camerun 3 a o? Italia-Austria 2 a 1? Italia-Norvegia 1 a 0? Italia-Francia 3 a 4? Niente! Penso che truffa volere l'evento, essere al centro di un'attenzione che ci allontana dai mondi, dal cielo e dalle stelle.
Alla fine chi più di un anima le ci conduce all'Uno? Ci fa comprendere l'universo a cui egli e più vicino? Questo fa scoprire una chiave per la felicità: la condizione bestiale. Posso dire più modestamente, come Byron del suo terranova, io della mia gatta: "dotata di tutte le virtù ma priva dei vizi umani".

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CANE E GATTO

Il cane che accompagna il mendicante confonde con lui la stessa espressione, partecipa alla stessa sua miseria, alla stessa umana condizione; ecco questo è il suo privilegio, la sua elevazione, seguire sempre il suo padrone.
Così abbiamo il cane ricco e il cane fortunato, il cane triste, avvilito o giocatore; abbiamo anche il cane grasso, magro o riflessivo come chi lo tiene, come chi lo ama. Così abbiamo il cane più umano dell'uomo fino a raggiungere, per una misteriosa osmosi, ad avere lo stesso muso, pardon faccia. Ma perdonatemi se a volte preferisco chi dei due rimane con dignità su quattro zampe.
Queste considerazioni le faccio incontrando tutti i giorni cani, io che ho solo un gatto. Lo dico perché il mio gatto non mi somiglia, anzi sono io a volte ad aspirare ad essere un gatto e ne scruto i comportamenti ma è inutile lui è superiore (ad essere gatto). Lui respinge i miei condizionamenti, lui rispetta solo i suoi orari e dopo avere mangiato (guai a non dargliene...ti ringhia pure) si gira, si allunga e senza salutare si allontana.
Solo a sera se lo vuole ti concede di accarezzarlo e lui beato risponde sottotono con un ron...ron...ron... ma non è niente di umano; che il gatto, non come il cane, sia divino? Che il nostro avvenire non sia poi di camminare a quattro zampe?

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LA MIA GATTA COMPIE 20 ANNI

La mia gatta compie 20 anni e rapportati con quelli umani ne compirebbe circa 80. Ieri le ho parlato come ad una persona, d'altronde dopo tanti anni vissuti accanto, lei è di famiglia e capisce tutto, specialmente i miei suoni, posture, movimenti e accenni. Così sedutogli davanti e guardando i suoi occhioni gli ho detto:
"Cara Rosy sei sempre bella, la tua pelliccetta è sempre in ordine ed i colori mi sembrano gli stessi; vedo però che ti muovi meno e fai fatica anche a salire sulla seggiola, sei diventata più piccola, sei rinsecchita, le tue zampe sono divenute instabili, perdi le unghie e mi è parso di vederti sbandare, tutto come noi poveri umani. Poi dormi sempre di più e questo a differenza di noi che invecchiando dormiamo meno, per un inconscio allontanamento della morte rappresentata dal sonno.
Cara vecchietta Rosy, ricordo che quando eri piccola saltavi dappertutto, su tavoli e finestre, poi arrivavi nei tuoi giri indagatori attraverso i giardini, fino alla strada ed io temevo per te: per le auto e moto che potevano investirti e uccidere. Spesso un tuo miagolio mi salutava al ritorno a casa già fuori il portone e entravi correndo con me aspettandoti che dalla spesa uscisse qualche nuova prelibatezza; per questo ora non hai perso l'appetito e senti sempre il bisogno di novità ma mangi meno e preferisci qualche carezza in più.
Ora al mio rientro ti trovo al solito posto, socchiudi un occhio e senza scomporti continui la tua "siesta"; chissà quanti balzi e catture continui a fare nei tuoi sogni. Poi, verso tarda sera, insieme al pelo che lasci in ogni dove mi vuoi regalare, venendomi in braccio con le tue fusa, il tuo affetto.
Cara Rosetta non sei più giocherellona, non fai più "agguati", anche se qualche corsetta improvvisa te l'ho vista ancora fare, ormai meditabonda scruti e arrivi lo stesso dove vuoi arrivare…da me".

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SCRIVERE L'AMORE

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ANNA

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GABRIELLA

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LA NOTTE

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TUTTA COLPA TUA

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