20-02-2002

Le pantofole sotto la sponda del letto fermano i miei passi...Potrebbe essere il degno incipit di questo 20-02-2002. Ma non sono certo le pantofole a fermarmi, che osservo seduto sul letto, è il pensiero persistente del sogno appena interrotto: aggrappato ad una altissima scala a pioli sono terrorizzato; preso dalla vertigine non so se scendere o salire. Ma cosa mi vuol dire questo sogno?
Già, forse c'era in questo 20-02-2002 il richiamo a non perdere quella parte di vita che c'è nel sogno. I sogni ci rivelano sempre con una puntualità impressionante il nostro stato psichico. Io avevo da un pò perso l'abitudine di segnarmi i sogni, di ricordarli, di ripensarli; dopo un pò arrivava sempre con chiarezza il significato. Ora ero stato preso in contropiede. Cosa mi vuole comunicare il sogno? Eppure è un sogno chiaro, semplice: io abbarbicato su un alto palo, pauroso non so dove andare. Come adesso.
La mia giornata è iniziata ma il pensiero del sogno non mi lascia. Non è un caso allora che più tardi, entrando in libreria lo sguardo cade su un libro di sogni: "La composizione del sogno" di Luigi Malerba. La quarta di copertina dice "Uno scrittore italiano ci guida alla scoperta dell'alfabeto onirico...". Quale linguaggio più completo del sogno? Già, Malerba mi riporta al paradosso della psicoanalisi: applicare il raziocinio nel luogo più irrazionale, il mondo dei sogni. E' questo che denuncia Malerba...probabilmente facciamo un errore grossolano inscrivendo i sogni nell'area della comunicazione"...pag. 47.
Già, io sono però ancora su quell'alta scala a pioli; quasi a segnare la fine o l'inizio di un palindromo, come oggi 20-02-2002: con 2002 pioli sotto di me e chissà 2002 pioli sopra di me. Gira e rigira, non cambia. Non cambia?
Racconto inviato al concorso: "un mercoledì da italiani".
Concorso indetto dal Corsera -online- rubrica: "Italians" di Beppe Severgnini

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